Crest Araldico Brigata Marina San Marco Prodotto Ufficiale Giemme cm. 24 x 18 Art.MM2100
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Crest Araldico Brigata Marina San Marco Prodotto Ufficiale Giemme cm. 24 x 18 Art.MM2100

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Crest Araldico Brigata Marina San Marco Prodotto Ufficiale Giemme cm. 24 x 18 Art.MM2100

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Grande: dimensioni cm 21,5 x 15
Le origini settecentesche e il Risorgimento[modifica sorgente]

Le origini dell'unità risalgono al 1713, quando Vittorio Amedeo II, duca di Savoia e neo-insediatosi re di Sicilia, istituì il Reggimento "La Marina", un reparto composto da marinai della Squadra Navale. Nel 1735 nacque nel Regno delle Due Sicilie il Battaglione di Marina delle navi e galere.

Il Reggimento "La Marina", per primo entrò in Sicilia, per consegnare la regione al nuovo Re dopo che questi l'aveva ottenuta come regno dalla Spagna, a titolo di conquista, con la firma del trattato di Utrecht.

Dal 1792 al 1796 il Reggimento combatté contro le forze napoleoniche in Liguria, ottenendo grandi meriti nella difesa di Oneglia, nonostante alla fine la guerra risultasse persa.

Il 26 gennaio 1815 il Reggimento "La Marina" venne ampliato, diventando Brigata di Marina: al reggimento di marinai si aggiungeva un reggimento di fanteria. Con questa composizione, la formazione partecipò nel 1848 alla prima guerra di indipendenza, rendendosi onore nelle battaglie di Novara, Goito, Pastrengo e Peschiera.

Venne rinominato dapprima Battaglione "Real Navi", poi temporaneamente sciolto ed infine ricostituito, dietro volontà di Camillo Benso conte di Cavour, a partire dal 1861 come Fanteria "Real Marina".

La battaglia di Lissa[modifica sorgente]





Il Re di Portogallo gemella del Re d'Italia, ammiraglia di Persano durante la battaglia di Lissa.
Costituito in quest'ultima fase come una forza congiunta di due reggimenti, uno di bersaglieri e uno di marina (entrambi condividevano l'addestramento e l'uniforme con quello dei bersaglieri, fatte salve le mostrine), partecipò alla terza guerra di indipendenza, distinguendosi nella battaglia di Lissa dove il 17 luglio 1866 gli uomini del reparto "Real Marina" avrebbero dovuto effettuare uno sbarco con una forza di 3.000 uomini, dopo essere stati scortati in loco dalla squadra navale di 33 vascelli dell'ammiraglio Carlo Persano. Le forze di presidio sull'isola fecero ritardare lo sbarco; la flottiglia italiana, partita mancante della nuova e temutissima corazzata Affondatore, si trovò a dover attendere per ben due giorni lo sbarco, finché si avvicinò alla squadra la flotta dell'ammiraglio Wilhelm von Tegetthoff. Durante la battaglia i fucilieri della brigata resistettero continuando a sparare dalle alberature anche quando la loro ammiraglia, la Re d'Italia venne affondata: uccisero in questo frangente oltre 80 uomini sull'ammiraglia avversaria, suscitando l'ammirazione persino di von Tegetthoff. Dopo un duro scontro, le forze italiane si ritirarono. Il reggimento fu poi schierato a Palermo per sedare la rivolta della città, subendo numerose perdite.

Il corpo venne soppresso come arma nel 1878, per volere del generale Benedetto Brin. In questi ultimi anni la brigata aveva affinato la propria identità di "truppa da sbarco". All'interno delle varie unità della Marina continuò di fatto ad esistere come specializzazione quella del "fuciliere", marinai in forza alle singole navi particolarmente abili col moschetto, ma senza che vi fosse un corpo che organizzasse queste forze.

Sulle navi principali si costituirono vere e proprie "unità speciali", che affiancavano al lavoro di marineria la capacità di combattimento a terra. Si trattava di compagnie comprendenti soldati, minatori e persino artiglierie.

Operazioni internazionali[modifica sorgente]

Nel 1879 questi fanti di marina combatterono in Tunisia, e nel 1889 furono impiegati sull'isola di Creta. Nel 1900 un contingente della Fanteria "Real Marina" fu dispiegato in Cina, per contribuire a contrastare la rivolta dei Boxer.

Gli uomini del contingente operarono in un gruppo di forze internazionali alla guida del sottotenente di vascello Ermanno Carlotto, cercando di mantenere aperti i collegamenti tra Tien-Tsin e Pechino. Il 27 giugno 1900 il sottotenente Carlotto periva per via di ferite di combattimento, e la caserma cinese delle forze italiane venne a lui intitolata. Il 14 agosto le forze internazionali marciarono su Pechino, scacciando i rivoltosi, e nell'autunno la forza militare era già sufficientemente attestata per costituire un governo provvisorio.

In cambio dell'intervento l'Italia ottenne dal 1902 una concessione commerciale. Inoltre, all'Italia veniva riconosciuto il diritto ad avere una legazione a Pechino, la concessione di Tientsin, nel forte di Shan hai kwan. Inoltre, le venne concesso l'uso del porto di Ta ku. Carlotto fu insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare, e il suo nome fu assegnato ad una cannoniera, impiegata anch'essa più di vent'anni dopo nel teatro cinese.





Reparti da sbarco della Regia marina in Libia nel 1911
Nel 1911 i reparti di fanteria di marina furono schierati in Grecia, attaccando dalle motosiluranti nella baia di Prevesa, ed in Libia, con l'ordine di bloccare le coste, fatto che diede inizio al conflitto italo-turco. I 1605 uomini della fanteria del mare sbarcarono a Tripoli al comando del capitano di vascello Umberto Cagni, dopo che la città era stata colpita da un fuoco di artiglieria navale.

Vennero presi i principali porti dell'area. Il 4 ottobre 1911 fu conquistata Tobruch, il giorno successivo Tripoli, il 18 ottobre Derna. Bengasi seguì dopo due soli giorni, e Homs il giorno subito dopo. Finita la serie di conquiste, pagate a caro prezzo, il battaglione venne rilevato dalle forze del Regio Esercito, che proseguirono la conquista dell'area.

La prima guerra mondiale[modifica sorgente]

Nel 1915 viene costituita in via non ufficiale la "Brigata Marina", un corpo composto da un reggimento di tre battaglioni di fucilieri (poi aumentati a cinque), e da un'unità di artiglieria. La Brigata non era costituita ufficialmente, per cui non era dotata di bandiera di combattimento. Già nel giugno di quell'anno una compagnia di marina teneva la città di Grado, mentre il "Gruppo Amalfi" (255 uomini scelti tra i superstiti incrociatore Amalfi, affondato da un sommergibile austriaco il 7 luglio 1915) affiancava bersaglieri e fanteria dell'XI Corpo d'armata schierato sul Carso.

Nell'ottobre 1915 fu costituito il primo nucleo delle rinnovate forze di Marina, un gruppo di 100 pezzi d'artiglieria di calibro misto chiamato "Raggruppamento Artiglieria Marina", e facente parte formalmente del VII Corpo d'armata.

Durante la prima guerra mondiale, le truppe a Grado vennero rinforzate nel 1916 a mille uomini, costituendo 4 reparti che avrebbero dovuto rilevare i reparti dell'Esercito e della Guardia di Finanza richiamati al fronte. Il 5 novembre 1917, dopo Caporetto, la Marina costituì una compagnia di fucilieri di marina per controllare Cortellazzo, la laguna veneta e Venezia.

La Brigata fu impegnata nella difesa di Venezia, città che subì diversi attacchi dagli austriaci con assalti via mare e via terra. Vista l'importanza strategica della città, e il grande pericolo che correva, vennero raccolti alla difesa tutti i marinai distaccati nella zona di Venezia, per costituire una brigata di fucilieri di marina, che mantenne il nome di "Brigata Marina". Tre battaglioni di fucilieri (Monfalcone, Grado e Caorle) ed uno di artiglieria vennero raccolti in un reggimento, che si trovò subito ad essere impegnato in battaglia.

Dopo i primi scontri sostenuti dal Monfalcone, un quarto battaglione venne aggregato al reggimento, composto da marinai provenienti da Messina e La Spezia, col nome di Golametto. In questa occasione l'addestramento dei fucilieri, per quanto sinora svolto solo in via informale dopo lo scioglimento del reparto ufficiale, si rivelò provvidenziale e i soldati italiani ricacciarono più volte in mare i determinati soldati austriaci.

Tra il 1917 e il 1918, sul Piave, il reggimento subì numerose perdite: 384 caduti e più di 1.500 feriti e mutilati. Il coraggio e la forza degli uomini impiegati in quelle battaglie però divenne leggendario, poiché il reggimento non ebbe alcun prigioniero né dispersi, e al contrario riuscì a catturare 1268 soldati nemici. Queste eroiche imprese vennero coronate da 584 ricompense al valore militare agli uomini del reggimento, da una croce di Cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia e da una Medaglia d'Argento al alla Bandiera, 42 promozioni per meriti e da 19 citazioni in Bollettini del Comando Supremo.

Dal 9 aprile 1918 il Monfalcone, reintitolato ad Andrea Bafile, prima medaglia d'oro del reggimento, venne dislocato sul Piave insieme ad un altro battaglione, il quinto, denominato Battaglione Navi.

Nasce il San Marco[modifica sorgente]

Con la fine del conflitto, vennero riconosciuti i meriti della Brigata Marina, che nel 1918 ricevette finalmente la bandiera di combattimento. A partire dal 17 marzo 1919, con decreto di Vittorio Emanuele III di Savoia la Brigata fu costituita come Reparto di Fanteria di Marina.

Venezia, memore del valore mostrato da quegli uomini nel proprio territorio, su volontà del sindaco Filippo Grimani donò al reparto il nome di San Marco (dal 25 marzo 1919), patrono della città, ed il proprio stemma, il leone alato (dall'aprile successivo). Nacque così ufficialmente il San Marco.

Con queste parole si relazionò al re l'udienza con la quale avvenne con decreto la nascita del Reggimento:

« Ministero della marina, Relazione a S.M. del 17 marzo 1919.

Allorquando, alla fine dell'anno 1917, la minaccia nemica tragicamente incombeva su Venezia, un battaglione di marinai, rapidamente costituito coi reparti che ebbero già a presidiare le città di Grado e di Monfalcone, accorse alla difesa del basso Piave.
Ben presto il battaglione, per incessanti profferte volontarie di capi e gregari, divenne reggimento e come tale ha scritta la sua pagina di storia gloriosa arrossando col migliore sangue gli acquitrini che vanno da capo Sile a Cortellazzo.
Sire.!
è storia di ieri, ma scritta con caratteri d'oro, il modo superbo con cui il reggimento marina ebbe a opporre un argine alla tracotanza avversaria superando ostacoli che parevano insormontabili tra i più grandi disagi di un terreno, dove, all'insidia del nemico, si aggiungeva quella della natura.
Sire!
Venezia "sempre memore" ha voluto e chiesto a mezzo del primo magistrato, che al fatidici nome di "San Marco" si intitolasse il Reggimento Marina, consacrando così il suo sentimento d'amore e di riconoscenza verso gli eroi che hanno protetto, colla sua esistenza, la sua bellezza immortale.
Sire!
A tale voto non ho potuto a meno di aderire e perciò che, sicuro di interpretare anche i sentimenti dell'animo della maestà vostra, sottopongo alla sua augusta firma, l'unito decreto che varrà a tramandare alla storia con il nome "San Marco" il Reggimento Marina.
Firmato: Del Bono

per copia conforme
il capo dell'Uff. Leggi e Decreti
Bozzi »


All'inizio del 1925 il San Marco ritornò in Cina, a Tientsin, per tutelare il territorio in concessione ai residenti italiani, dove avevano sede numerosi interessi commerciali dello Stato nell'area orientale. I 300 fucilieri (su 1500 totali) vennero ospitati nella Caserma "Carlotto", andando a costituire il Battaglione Italiano in Cina. I soldati della concessione organizzarono persino una squadra di calcio, grazie alla presenza tra i soldati di alcuni ex giocatori: la squadra era considerata quasi al livello di una nazionale[4].

Nel 1936 il San Marco fu impegnato su diversi fronti: contro l'impero Etiopico, a Tangeri e nello sbarco in Albania (1939). Il reggimento ebbe un ruolo di primissimo piano nelle campagne coloniali italiane e nella seconda guerra mondiale, venendo impiegato sia nell'Egeo che in Africa, partecipando anche alla difesa di Tobruch.
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Codice EAN 7438643002304

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