Crest Araldico Aerei AMX - AMX-T GHIBLI Aeronautica Militare Italiana cm 22,5 X 17,5 Art.AN0308
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Crest Araldico Aerei AMX - AMX-T GHIBLI Aeronautica Militare Italiana cm 22,5 X 17,5 Art.AN0308

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Crest Araldico Aerei AMX - AMX-T GHIBLI Aeronautica Militare Italiana cm 22,5 X 17,5 Art.AN0308

Storia

Nel giugno 1977 l'Aeronautica Militare italiana emise una specifica per la fornitura di un velivolo in grado di sostituire i caccia Lockheed F-104G/S e gli Aeritalia G-91Y da aereo d'attacco al suolo e G-91R e T da addestramento che avrebbero concluso la loro vita operativa in pochi anni.

Dai primi anni settanta l'Italia stava partecipando, con l'allora Germania ovest ed il Regno Unito, ad un programma di sviluppo per un nuovo velivolo da combattimento fondando il consorzio Panavia e che avrebbe generato il multiruolo Tornado, ma le esigenze dell'AM erano indirizzate anche verso un velivolo di dimensioni più contenute ed economicamente meno oneroso per i bilanci della forza aerea italiana, velivolo da poter comunque affiancare nel servizio operativo alla futura flotta di Tornado.

L'Aeritalia (in seguito diventata Alenia), che stava sviluppando un progetto in grado di soddisfare queste esigenze già dal 1973, decise di coinvolgere l'Aermacchi e lavorando congiuntamente le due aziende furono in grado, nell'aprile 1978, di rispondere alla richiesta con un nuovo progetto che assunse la designazione di Aeritalia Macchi Experimental (AMX).[3]

Nel frattempo anche il Brasile stava cercando una proposta per equipaggiare la propria forza aerea di un nuovo velivolo leggero con capacità tattiche e, dopo una serie di confronti tra i governi delle due nazioni, si giunse ad una specifica, siglata nel marzo 1981, che riuscisse a soddisfare entrambi. Di conseguenza, il governo brasiliano ottenne di inserire anche l'Embraer come sviluppatore comune del progetto. L'accordo venne definitivamente siglato il luglio successivo e le ultime fasi dello sviluppo dell'AXM vennero iniziate con l'obbiettivo della costruzione di 6 prototipi.

Sviluppo[modifica sorgente]





Un AMX dell'Aeronautica Militare.
L'aereo venne concepito come aereo d'attacco al suolo leggero monoposto (AMX) e come aereo da addestramento avanzato biposto con capacità di attacco (AMX-T).

Denominato in Brasile A-1 ed in Italia Ghibli, ha avuto presso gli addetti ai lavori e presso l'opinione pubblica sorti contrastate. L'AMX è, infatti, un aereo che ha fatto molto discutere per la sua reale efficacia, rapportata agli investimenti effettuati ed il ruolo a cui è stato assegnato[4]. La definizione del progetto è stata sviluppata da un gruppo di lavoro, costituito dall'ing. Ermanno Bazzocchi (Aermacchi), dall'ing. Giulio Ciampolini (Aeritalia), dal gen. Franco Ferri e dal gen. Luciano Meloni, in accordo con i requisiti delle forze aeree di Italia e Brasile. Il primo volo avvenne il 15 maggio 1984 ai comandi di Manlio Quarantelli. Il 1º giugno seguente il prototipo, sempre pilotato da Manlio Quarantelli, in occasione del quinto volo, precipitò e il pilota morì a seguito delle ferite riportate.[5]

La missione di base prevedeva l'impiego di 6 bombe Mk 82 da 500 lb su una distanza di 180 nm (circa 330 km), da percorrersi a bassa o bassissima quota a velocità alto-subsoniche (oltre 900 km/h). Inoltre era richiesta la capacità di utilizzare un pod da ricognizione Orpheus, già in dotazione ai Lockheed F-104 Starfighter dell'Aeronautica Militare.

Il progetto è stato sviluppato in accordo al requisito,[6] dedicando particolare attenzione agli aspetti di costo, manutenibilità e sopravvivenza. I sistemi elettrici, idraulici e di comandi di volo sono dotati di sistemi di emergenza in grado di riportare il velivolo alla base, sia pur con prestazioni ridotte, anche in caso di guasto di uno o più sistemi principali. L'AMX è in grado di decollare da piste semipreparate ed è dotato di gancio di arresto di emergenza.

Dopo il battesimo del fuoco in Kosovo durante l'Operazione Allied Force, il Ghibli è stato giudicato un valido cacciabombardiere, con una buona avionica e "cost effective".

La risposta ottenuta dal campo lo ha rivalutato nel ruolo di supporto al Tornado IDS, utile soprattutto in quelle missioni diurne non tanto importanti e rischiose da richiedere un intervento dell'altro velivolo, più agguerrito, ma costoso.

L'AMX nella variante biposto AMX-T fu selezionato dal Venezuela nel 2002 come aereo da addestramento avanzato ed attacco. Venne siglato un contratto per la fornitura di 12 esemplari con la Embraer, ma il governo degli Stati Uniti vietò l'esportazione delle parti di propria produzione nazionale, stanti i cattivi rapporti tra i due stati, e il contratto fu cancellato.[7]

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